Filippo Figari

09/12/2016

Nacque a Cagliari il 23 sett. 1885 da Bartolomeo, ingegnere delle R. Ferrovie sarde, e da Carmela Costa. Stabilitosi con la famiglia a Sassari, frequentò il ginnasio e, nei primi anni del Novecento, realizzò caricature e illustrazioni che espose a Cagliari nell'ottobre del 1904 in una piccola mostra organizzata insieme con F. Melis Marini . Nel dicembre dello stesso anno. si trasferì a Roma, per iscriversi alla facoltà di giurisprudenza. Agli studi di legge, che presto abbandonò, preferì quelli artistici: frequentò l'istituto di belle arti e alcuni corsi presso l'Accademia di Francia. Intanto mantenne contatti di lavoro con la Sardegna: nei manifesti disegnati nel 1905 e nel 1906 per la Compagnia reale Ferrovie sarde e per due stabilimenti vinicoli di Cagliari (ditte Larco e Rocca) . adattò suggestioni stilistiche di matrice secessionista ai temi e ai caratteri formali della tradizione locale (ibid., p. 22).

Nel novembre del 1907 si trasferì a Venezia per frequentare, presso l'Accademia di belle arti, le scuole libere di E. Tito e L. Nono; l'anno seguente studiò per un anno all'Accademia di belle arti di Monaco di Baviera. Stabilitosi definitivamente a Cagliari dal 1909, nel 1911 Figari fu incaricato di eseguire dipinti di soggetto nuziale nella sala dei matrimoni del nuovo palazzo comunale. Negli anni seguenti ottenne l'incarico di decorare nello stesso palazzo, anche il salone dei ricevimenti, opera portata a termine nel 1916 e andata distrutta nel 1943, e la sala consiliare, che terminò nel 1924. I lavori per il palazzo comunale furono, infatti, interrotti nel 1917 dalla partenza  per il fronte; nel dicembre dello stesso anno fu fatto prigioniero.

Alla fine della guerra Figari rientrò a Cagliari e riprese a lavorare ricevendo, nel corso degli anni Venti, numerose commissioni per edifici pubblici e privati. In queste opere continuò ad ispirarsi ai prediletti temi del folclore regionale - nel 1924 pubblicò su Il Nuraghe  il saggio dedicato a La civiltà di un popolo barbaro - nell'interpretazione dei quali, stavolta, abbandonò la linea modernista a favore di una maggiore resa plastica e monumentale che risente del generale clima di ritorno all'ordine (Pescarmona, 1992). Nel 1921 e 1922 eseguì, nel cimitero di Cagliari, pitture per le cappelle delle famiglie Faggioli e Larco; nel 1925 decorò l'aula magna dell'università di Cagliari e, negli anni successivi, collaborò con M. Delitalia per le pitture dell'aula magna dell'ateneo di Sassari. Nella seconda metà degli anni Venti a Cagliari eseguì dipinti per il palazzo della Società Tirso, ora presso la sede dell'ENEL di Cagliari, per il palazzo del Consiglio dell'economia (l'attuale Camera di commercio) e per il palazzo del provveditorato per le Opere pubbliche (oggi sede del tribunale amministrativo regionale della Sardegna). Nel 1927 eseguì il trittico con la Sagra di s. Costantino (Cagliari, palazzo della Fiera), che fu esposto nel padiglione della regione Sardegna alla Fiera di Milano. Divenuto nel 1929 segretario regionale del Sindacato fascista di belle arti della Sardegna, l'anno seguente prese parte a Sassari, come espositore e come membro della giuria, alla prima mostra del sindacato sardo; vi espose otto opere, tra cui un Cristo deposto. Sempre nel 1930  espose Preghiera alla Biennale di Venezia  rassegna alla quale prese parte ininterrottamente sino al 1936.

Nel 1931, a Cagliari, partecipò alla II Sindacale della Sardegna, dove espose, tra l'altro, una Donna in casa, , opera dipinta nel 1930 per la parrocchiale di Mussolinia, oggi Arborea; sei tavole del bozzetto per la decorazione del Duomo cagliaritano, realizzata con F. Giarrizzo, cui attese dal 1933 al 1935 dipingendovi gli Evangelisti nei pennacchi della cupola 

Sempre nel 1931, a Roma, espose alla prima Quadriennale (partecipò anche alla III edizione del 1939); l'anno seguente prese parte alla Biennale veneziana con Madonnina dei pastori, dipinto riproposto nel 1950 all'Esposizione internazionale di arte sacra che si tenne a Roma . Con due dipinti dal titolo Paesana Figari partecipò nuovamente, nel 1932, alla Sindacale sarda, rassegna cui prese parte costantemente, sino alla decima edizione del 1939 quando espose, tra l'altro, il bozzetto e cartone per la vetrata della chiesa di Carbonia; partecipò anche alla prima e alla seconda edizione delle Sindacali nazionali (Firenze, 1933; Napoli, 1937)

Su invito di C. E. Oppo, nel 1940 il Figari realizzò, per la chiesa romana dei Ss. Pietro e Paolo, otto bozzetti per le vetrate della cupola, non realizzate 

Già direttore, dal 1935, della scuola d'arte di Sassari - nel 1940 trasformata in istituto d'arte -, dal 1944 al 1945 assunse la presidenza del Museo artistico industriale di Roma, città nella quale si stabilì definitivamente dal 1959.

Figari morì a Roma il 30 ott. 1973.